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L'uomo che parla ai delfini di Puglia

16.10.2017 22:19


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Richard O’Barry: prima famoso addestratore di delfini per la serie Tv “Flipper” e poi, dopo il suicidio di un suo delfino, l’apostolo dei diritti dei cetacei

 

Richard O’Barry sarà per una settimana a Taranto per studiare, per la prima volta in Italia, le colonie stanziali di delfini nel Golfo di Taranto, monitorate da un decennio dalla Jonian Dolphin Conservation

 

Un dibattito per promuovere la costituzione dell’ASPIM nel Golfo di Taranto

 

 

In una piazza di Tokyo c’è un americano, Richard O’Barry, con appeso al collo un monitor che mostra immagini cruente della mattanza di delfini che ogni anno avviene, in gran segreto, nella baia di Taiji, in un parco nazionale giapponese: all’inizio la gente passa indifferente, poi comincia a formarsi un capannello di persone che guardano inorridite e commentano incredule: è il messaggio di speranza con cui si conclude “The Cove”!

È il film che, per la prima volta in assoluto, grazie a cinque anni di riprese occulte ha svelato al mondo l’orrore della cattura in Giappone di numerosi delfini da avviare ai delfinari e, soprattutto, da uccidere per le tavole dei giapponesi, una pellicola che nel 2010 ha vinto l’Oscar per il miglior documentario.

 

Richard O’Barry, l’apostolo mondiale del diritto dei delfini e di tutti gli animali marini a vivere in libertà nel loro elemento naturale, sarà per una settimana in Puglia ospite della Jonian Dolphin Conservation, l’associazione scientifica che dal 2009 studia e tutela la cetofauna nel Golfo di Taranto. È la prima volta in assoluto che Richard O’Barry partecipa nel nostro Paese a una attività di studio in mare.

 

L’iniziativa è stata presentata (lunedì 16 ottobre) in conferenza stampa nel Salone degli Specchi del Municipio di Taranto, presenti Carmelo Fanizza, presidente JDC, il professor Roberto Carlucci, docente del Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari e referente scientifico JDC, Salvatore Marzo, dirigente del Liceo “Aristosseno”, e la professoressa Carmela Mancini, responsabile di progetto del Liceo “Ferraris” intervenuta in rappresentanza del dirigente scolastico Marco Dalbosco.

 

Questa prima esperienza a Taranto con Richard O’Barry è l’inizio di una collaborazione che prevede in futuro nuove iniziative tese allo studio e alla tutela dei cetacei e, inoltre, allo sviluppo di attività di “citizen science”, come ha spiegato il presidente JDC Carmelo Fanizza: «negli ultimi anni sono sempre più frequenti le attenzioni verso la nostre attività da parte della stampa estera, nonché di cetologi, studiosi ed ambientalisti di tutto il mondo che guardano con interesse e curiosità al “fenomeno Taranto”: la storica baia, culla della Magna Grecia, oggi anche culla dei cetacei».

«In questo contesto – ha poi detto Carmelo Fanizza – si inserisce la visita a Taranto di Richard O’Barry, il simbolo indiscusso della protezione e tutela dei delfini a livello mondiale; oltre ad essere protagonista di eventi di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei decision maker, organizzati a Taranto e Bari, O’Barry parteciperà attivamente a quattro uscite in mare volte alla raccolta di informazioni sui cetacei del Golfo di Taranto».

«Proprio in occasione della presenza di Rick O’Barry a Taranto – ha concluso Carmelo Fanizza – si terrà un’importante dibattito pubblico sulla esigenza, ormai inderogabile, di costituire nel Golfo di Taranto una ASPIM (Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo), come già accaduto in Liguria, una zona di mare protetta a tutela della straordinaria biodiversità presente nel Golfo di Taranto. Interverranno i rappresentanti di tutte le Istituzioni e realtà che hanno a cuore il futuro di questa città, di questo territorio e del suo mare: l’Amministrazione comunale, l’Autorità portuale, l’Università, la Marina Militare, la Regione Puglia, la Capitaneria di Porto e la JDC».

 

Al suo arrivo a Taranto (martedì 17 ottobre) Richard O’Barry incontrerà lo staff della Jonian Dolphin Conservation, mentre nella mattinata seguente, dopo aver visitato il Centro Ketos presso Palazzo Amati, prenderà visione dei due catamarani da ricerca scientifica della JDC (“Taras” ed “Extraordinaria) con cui effettuerà una prima uscita in mare per conoscere il waterfront e la morfologia dei bacini della città e delle Isole Cheradi.

 

Alle ore 17 di mercoledì 18 ottobre si terrà, presso il Teatro Orfeo, la manifestazione “Richard O’Barry incontra la città” con la proiezione dell’edizione italiana del documentario “The Cove”, iniziativa alla quale hanno già aderito alcuni Istituti scolastici del territorio: Aristosseno, Ferraris, Pitagora e Archimede; il costo del biglietto è di 3 euro, con prevendita presso il botteghino del Teatro Orfeo o la Libreria Ubik in via Di Palma a Taranto: il ricavato della serata, coperti i costi vivi nell’iniziativa, saranno interamente devoluti al “Dolphin Project” di Richard O’Barry.

A seguire (ore 18.30) sempre nel Teatro Orfeo ci sarà la tavola rotonda-dibattito su “Golfo di Taranto e santuario dei cetacei”: moderati dalla giornalista Nicla Pastore, interverranno Richard O’Barry, l’Ammiraglio Edoardo Serra, comandante del Comando Marittimo Sud della Marina Militare, Rinaldo Melucci, Sindaco di Taranto, Sergio Prete, presidente dell'Autorità di sistema portuale di Taranto, l’ingegner Barbara Loconsole, dirigente Sezione Tutela e Valorizzazione del  Paesaggio della Regione Puglia, Giuseppe Corriero, direttore del Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, Carmelo Fanizza, presidente Jonian Dolphin Conservation, il rappresentante della Capitaneria di Porto di Taranto e Nicolò Carmineo docente UNIBA e responsabile WWF Puglia.

 

Nelle quattro giornate seguenti Richard O’Barry prenderà parte a “uscite in mare” sui catamarani della JDC per studiare le colonie stanziali delfini, monitorate da un decennio circa dalla JDC, e la presenza di altri cetacei: come documentato dalla JDC, infatti, il Golfo di Taranto è una “feeding ground” in cui, avendovi trovato condizioni di vita ideali, si sono stabiliti permanentemente gruppi di delfini.

 

Richiard O’Barry, infine, sarà nel capoluogo pugliese dove presenzierà, alle ore 20.30 di lunedì 23 ottobre presso il cinema-teatro Royal di Bari, alla proiezione dell’edizione italiana di “The Cove”, incontrando nell’occasione simpatizzanti e attivisti, una iniziativa realizzata in collaborazione con l’associazione “Green Rope”.

 

Richard O’Barry

 

Negli anni Sessanta negli Stati Uniti spopolava la serie televisiva “Flipper” con protagonista un simpatico delfino, un fenomeno poi diventato globale. Il vero artefice di questo successo era Richard O’Barry che, per conto del Miami Seaquarium, all’epoca catturava e addestrava delfini.

Diventato ricchissimo e famosissimo grazie a Flipper, per la cui produzione addestrava i cinque delfini-attori che si alternavano nelle riprese, all’epoca Richard O’ Barry non si curava troppo dell’aspetto etico del suo lavoro.

Questo fino a quando un giorno Kathy, il delfino femmina più impegnato nelle riprese, in sua presenza si suicidò – così definì l’accaduto lo stesso O’Barry – posandosi sul fondo e smettendo di respirare.

Questo episodio cambiò radicalmente l’esistenza di Richard O’Barry che, ravvedutosi, decise di sfruttare la sua popolarità per sensibilizzare l’opinione pubblica sul diritto dei delfini e di tutti gli animali marini a trascorrere la propria esistenza non in una vasca di un delfinario, ma in libertà nel loro elemento naturale.

A tal fine nel 1970 ha fondato il suo “Dolphin Project”, diventando così il nemico numero uno dello show-business milionario dei delfinari, impegnandosi senza tregua per tutta la vita, nonostante numerosi arresti e perfino l’omicidio di un’amica volontaria.

All’inizio del nuovo millennio Richard O’Barry incontra il cineasta Louie Psihoyos con cui decide di girare “The Cove” per documentare la mattanza che ogni anno avviene, in gran segreto, nella baia di Taiji, in un parco nazionale giapponese: per otto mesi i delfini vengono catturati per i delfinari, ogni esemplare ha un valore di circa 800.000 dollari, e uccisi in gran numero per la gastronomia giapponese. Per cinque anni O’Barry e Psihoyos effettueranno con una troupe riprese di nascosto avvalendosi di sofisticati sistemi video e subacquei.

“The Cove - la Baia dove muoiono i delfini” ha vinto nel 2010 l’Oscar per il Miglior documentario, nel 2009 il National Board of Review Awards al miglior documentario, il Producers Guild Award per il miglior documentario e il Los Angeles Film Critics Association al miglior documentario.

 

Jonian Dolphin Conservation

 

La Jonian Dolphin Conservation studia e tutela la cetofauna nel Golfo di Taranto avvalendosi di risorse umane e strumentali di altissimo livello: da un lato competenza, organizzazione e professionalità, dall’altro mezzi nautici, apparecchiature e strumentazione tecnologica da ricerca.

Dal 2009 ad oggi, grazie ad una strutturata attività di monitoraggio, svolta in stretta collaborazione con il Dipartimento di Biologia UNIBA e coordinata dal Dott. Carmelo Fanizza e dal Prof. Roberto Carlucci, la J.D.C. ha costruito il più completo dataset mai realizzato sulla presenza della cetofauna nel Golfo di Taranto.

Sono seguite elaborazioni e pubblicazioni e sono state predisposte nuove linee di ricerca emergenti ed attuali in collaborazione con altre Istituzioni nazionali (Stato Maggiore della Marina Militare e Conisma tramite gli uffici del Presidente Prof. Tursi), di ricerca nazionali (differenti Istituti del CNR) ed internazionali (Ecole Pratique des Hautes Etudes - Muséum National d’Histoire Naturelle di Parigi) che hanno contribuito a condensare una massa critica di studi ed un network di interesse focalizzato sulla necessità di conservare questa importante componente della diversità biologica Mediterranea. Congiuntamente con il Direttore del Dipartimento di Biologia Prof. Corriero la J.D.C. ha avviato con la Regione Puglia l'iter per avanzare possibili candidature di aree sensibili e necessarie alla conservazione della fauna marina.

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