STORIA DEL DIALETTO TARANTINO/ GLI ISPANISMI, TRA PAROLE E ... PAROLACCE

09.11.2013 14:54


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di Aldo Simonetti

Si è fatto riferimento, nella precedente puntata, al campione fornitoci da Dante Alighieri nel suo 'De vulgari eloquentia', relativamente al dialetto pugliese (definizione alquanto generica, non essendo indicata la specifica provenienza del passo in questione), utile per farci un'idea, per quanto approssimativa, sulla parlata tarantina nel Trecento.

Per i secoli successivi, tuttavia, sino agli albori di quella scienza nota come dialettologia (seconda metà del XIX secolo) non si dispone paradossalmente di alcuna testimonianza scritta.

Si può benissimo immaginare, però, come la lingua abbia con il tempo conosciuto una forte evoluzione sino ad assumere sembianze simili a quelle attuali: se, infatti, già nel passo citato dal poeta fiorentino si riscontrano forme vicine a quelle oggi in uso, non è in alcun modo pericoloso sostenere che nei tre-quattro secoli successivi si parlasse un dialetto che per un tarantino contemporaneo, catapultato nel passato, sarebbe intelligibile.

Tra i secoli XV e XIX, la città di Taranto è sotto l'egida spagnola. Dapprima gli Aragonesi, poi i Castigliani, fino ad arrivare ai Borbone, diffondono su tutto il Mezzogiorno d'Italia costumi, tradizioni e parole. Accanto a quelle definite come 'spagnolerie' (tra i quali vanno inclusi alcuni tratti peculiari dell 'Homo Meridionalis', come il temperamento focoso, taluni vizi, il senso dell'onore e la boria di chi ama fregiarsi di titoli), ecco gli 'ispanismi', vocaboli e costrutti linguistici di chiara matrice iberica e di largo uso ancora oggi.

Nondimeno, difficile è stabilire quali tra detti ispanismi siano prodotti d'importazione diretta e quali, invece, siano sbarcati alla dogana di Napoli (capitale del Viceregno), per poi essere seminati in lungo e in largo per le province del Mezzogiorno, 'hinterland' tarantino compreso.

Fatta questa doverosa premessa, ecco di seguito un elenco di ispanismi più comuni (alcuni dei quali piuttosto coloriti), termini impiegati con maggior frequenza nella comunicazione quaotidiana:

 

'pagliatòne' ('mazziata') < 'apaleàr' ('bastonare')

'lòcche' ('stupido') < 'loco' ('folle')

'spandàre' ('spaventarsi') < 'espantarse' (medesimo significato)

'sumàne' ('settimana') < 'semana' (medesimo significato)

'rasckàre' ('fornicare') < 'rachàr' ('tagliare' o 'penetrare')

'ngarràre' ('azzeccare', 'riuscire') < 'engarrar'

'fanfarròne' ('spaccone') < 'fanfarròn' ('chiacchierone')

'marànge' ('arancia') < 'naranja' (medesimo significato)

'abbusckàre' ('guadagnare') < 'buscar'

'uàppe' ('sbruffone') < 'guapo' ('ragazzo' o 'spaccone')

'azzugnàte' o 'zugnate' ('colpo') <

'attrassàre' ('ritardare') < 'atrasàr' (medesimo significato)

'terraterre' ('in modo modesto') < espressione 'tierra a tierra' (espressione di orgine marinaresca)

'farfugghiàre' ('parlare velocemente') < 'farfullare' (medesimo significato)

'ricchiòne' ('effemminato') < 'orejòn' ('grosso orecchio', utilizzato in senso spregiativo)

'mugghjère' ('moglie') < 'mujèr' ('donna')

'mundòne' ('mucchio') < 'mundòn' ('piccolo monte' o 'mucchio').

 

Oltre ai suddetti lessemi, ulteriori lasciti spagnoli sono particolari strutture linguistiche, come l'impiego del verbo 'tenère' per esprimere possesso: tènghe 'na càse' ('ho un libro'), cfr. sp. tiengo un libro. Ancora, l'utilizzo di 'essere' con il verbo di quiete 'stàre': stòche stànche ('sono stanco'), cfr. sp. estoy cansado.

Forse riconducibile all'area iberofona la metafonesi (particolare fenomeno fonologico) condivisa da buona parte dei dialetti del Sud Italia, -ue-, come in puèrche ('porco', vd. puerco) e fuèche ('fuoco'), sebbene qualcuno ci abbia intravisto un'origine longobarda.

Occorre precisare che la stragrande maggioranza di questi prestiti sopraggiunge tra i secoli XVI e XVII, considerando che nei due secoli successivi, sotto la spada borbonica, si assiste ad un processo di italianizzazione linguistica, che rende sempre più ampie le distanze dalla madrepatria spagnola.

                                                                                                  2013- Riproduzione riservata

 

 


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