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La mia partita con il Covid

Il direttore sportivo della PGS Ta.M.A., icona dello sport tarantino, sta affrontando una gara molto delicata, quella contro il coronavirus. Ed ha scelto TuttoSportTaranto.com per raccontarla

18.04.2021 17:14


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Paolo Laguardia (foto Aurelio Castellaneta)Certo è stata travagliata ed ancora ne porto i postumi ma alla lunga, al terzo set, ho avuto la meglio.

Ma come combatti qualcosa che non puoi vedere?

Come combatti qualcosa che l’ignoranza della gente ancora non accetta? Perché è tanta sapete!

Questa è una malattia subdola, ti consuma dentro senza che te ne rendi conto. Ma quando tu, uomo di sport anche se avanti con l’età, quando ti accorgi di affaticarti dopo due passi, di avere sul petto un senso di oppressione, tu che hai fatto e fai fare sport non te lo sai spiegare poi.. improvviso.. quel peso sul petto quella sensazione strana che ti brucia dentro allora capisci che qualcosa non va.

Ma come lo combatti?

I primi momenti sono i più duri, di smarrimento, pensi tanto pensi a tutto e senti che stai cadendo. Pensi.. riuscirò a rialzarmi? Quella è la fase critica!

Ma è proprio in quel momento che subentrano i vari fattori che hanno contribuito alla tua formazione di vita, quei momenti che ti hanno permesso di scrivere le pagine della tua vita belle e brutte e le ripercorri veloci. Quanto hai fatto di buono? Chi ti circonda adesso nella vita? Sentono la tua mancanza? Combattono per te insieme a te?

Allora è stato in quel preciso momento che ho avuto la forza per rialzarmi, ho pensato a mia moglie distrutta dal dolore che si lasciava andare, ai miei figli che mi chiamavano continuamente per sapere come stavo per seguire il mio percorso e nel frattempo sostenevano mia moglie la loro madre, sono orgoglioso di loro!

Ma non dimentico il grande supporto di chi ha camminato insieme a me nel percorrere strade diverse come quello dello sport. Genitori che ti chiamano per darti conforto, bambini che vogliono sapere come sta il mister per far sentire la loro vicinanza, allora ti accorgi che hai seminato bene nella tua vita ed ora si raccolgono quei frutti.

“Mister sbrigati a tornare mia figlia ha detto che si allena solo con te”

Cosa fai quando senti quelle parole? Puoi abbandonarli? Certo che no!

Allora sai che è tuo dovere rialzarti, sai che lo devi a tanti che hanno creduto e ancora credono in te.

Eccomi al terzo set! È stato duro ma alla fine sono qui e presto sarò pronto a tornare a riabbracciare coloro che credono in me e che hanno contribuito ad alimentare quella fiamma che scalda il cuore.. noi vecchi sportivi abbiamo la Fiamma Olimpica nel cuore guai a farla spegnere.

Sino a che loro crederanno in te, al di là della tua età, sino a che riuscirai a trasmettere loro il calore della tua fiamma, allora non morirai mai sarai il loro mister il loro fratello il loro papà il loro nonno sarai “il Mister” che vogliono abbracciare quando incontrano per strada, il mister con cui scherzare e ridere il mister che li grida ma sanno che è per la loro crescita.. quel mister burbero dal cuore d’oro.

Non basta un pezzo di carta per poter allenare, fare il mister è un dono! Oltre la carta c’è il cuore se ti manca quello non sei un buon mister.

Grazie a voi tutti per avermi sostenuto in questa vittoria

 “il Mister”

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