Baseball

Antonio Maggio ripercorre la storia dei Tritons: "Nel 2009 avevamo tre palline e una mazza"

In esclusiva a TuttoSportTaranto.com, il massimo dirigente della società di baseball tarantina si racconta: "Senza un diamante siamo arrivati al massimo di quello che potevamo fare"


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Antonio MaggioPresidente, festeggiati non più di tre settimane fa i quarant'anni di baseball a Taranto. Tu sei tra gli artefici del grande ritorno di questa disciplina in riva allo Ionio: quanta soddisfazione c'è nel vedere un movimento in forte crescendo?

Festeggiare i 40 anni di baseball a Taranto è stato bellissimo, abbiamo riannodato dei fili che inevitabilmente si erano spezzati, abbiamo festeggiato coloro che hanno portato questo sport a Taranto e da cui ho ereditato questa passione. Quando nel 2009 ho fondato i Tritons dopo 8 anni di assenza di Taranto dal panorama nazionale avevamo tre palline ed una mazza, ora siamo una realtà capace di operare per il bene dei giovani e del territorio, quindi molta soddisfazione.

I tuoi Tritons autori di campionati molto importanti: per il futuro cosa bisogna attendersi da questa squadra, che negli anni ha anche valorizzato atleti molto promettenti?

I Tritons vengono da sette campionati consecutivi di Serie C nazionale, nel 2012 abbiamo sfiorato la serieB perdendo la finale dei Playoff contro il Paternò quest'anno vincitore del Campionato di Serie A federale,già questo senza un campo è un miracolo sportivo, questo alla lunga sta minando anche il morale dei nostri atleti ormai rassegnati a dover essere perennemente svantaggiati verso i loro competitors. Il futuro non può che esserne condizionato, anche perchè qualcuno di questi ragazzi ha già avuto delle proposte da altre società, anche di categorie superiori ed io non li tratterrò, non permetterò che facciano il mio stesso errore.

Sulla vicenda diamante, però, tutto tace. Quanto è difficile fare questo sport senza una struttura adeguata?

Sulla vicenda diamante la Amministrazione Comunale cittadina in carica da dieci anni ha speso un sacco di parole: non ne aggiungerò altre, per me le parole hanno valore. Fare sport senza un diamante è impossibile ormai, nel momento in cui raggiungi un livello agonistico come il nostro, con due squadre di settore giovanile ed una prima squadra più una sezione amatoriale sempre in crescendo. Credo che siamo arrivati al massimo di quello che potevamo fare oltre non possiamo andare, anzi ci sono molti segnali che mi fanno pensare il peggio

Antonio Maggio e l'azzurro: segui da vicino i settori giovanili con grandi risultati. Parliamo della tua esperienza in azzurro.

Questo quadriennio in azzurro è stato fantastico, ho avuto la fortuna di lavorare al fianco di grandissimi allenatori, in un gruppo quello del Verde Azzurro, fantastico. Io sono entrato dal retro, quasi spaventato al cospetto di questa gente ma  ben presto loro mi hanno fatto sentire a mio agio. L'azzurro è qualcosa che sogni da bambino, in qualsiasi sport, ecco posso dire di averlo realizzato. E' stato un grande lavoro con i giovani della Under 12, un lavoro mirato a cercare i migliori talenti in giro per l'Italia, a fargli capire cosa significa portare la scritta Italia sul petto, soprattutto a prepararli al loro futuro non solo sportivo ma anche umano. 

Cosa chiedi al tuo 2017?

Al 2017 chiedo tranquillità, ho vissuto questi ultimi 7 anni a dei ritmi forsennati, ho rifiutato due incarichi tecnici importanti fuori da Taranto che avrebbero sconvolto la mia vita, troppo,  visto che ho una bimba che deve compiere ancora il primo anno.  Per i Tritons posso dire che l'attività giovanile prosegue nel solco tracciato da qualche anno a questa parte, per quanto riguarda la Serie C aspettiamo qualche altro   giorno per capire cosa fare, purtroppo Taranto è anche questa, ovvero un posto dove fare baseball è quasi impossibile.

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