Le meteore del Taranto

CORAZÒN ESPINAL

16.08.2013 21:11


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E' il turno di Edwards Vinicio Espinal, italo-dominicano, tra le 'apparizioni' rossoblu dell'era Pieroni


 

Se Santo Domingo ne ha dato i natali, Bergamo lo ha adottato. Pelle scura, accento orobico e piedi evidentemente non europei per un talento senza dubbio incompreso, quantomeno da queste parti. Edwards Vinicio Espinal giunge a Taranto nel gennaio 2003 direttamente con un prestito secco concesso dall'Atalanta, società proprietaria del suo cartellino. Con la maglia degli orobici l'italo-dominicano muove i primi passi da calciatore, per poi seguire la lunga trafila delle giovanili, stringere i denti ed arrivare all'esordio in prima squadra a 18 anni. Giovanni Vavassori, grande traghettatore dei bergamaschi nella stagione 2000-01, lo getta già dal primo minuto nella mischia di un Perugia-Atalanta del 22 aprile 2001. Il buon operato sul rettangolo di gioco gli vale la fiducia del tecnico per le successive due gare, rispettivamente contro Bologna ed Inter. Ma la 'debàcle' del San Siro (con gli ospiti sconfitti con un rotondo 3-0) ne pregiudica il posto da titolare da poco conquistato, riservandogli in cambio una comoda seggiola sulla panchina.
A seguito della negativa parentesi di Pistoia vissuta nei primi tre mesi della stagione successiva (nessun'apparizione in cadetteria), il giovane caraibico s'affretta a rifare i bagagli per tornare di corsa alla casa madre ed incamerare altri cinque gettoni di presenza in A. Malgrado la rinnovata (e momentanea) stima del club lombardo, nell'estate del 2002 per Espinal sembrano tuttavia dischiudersi le porte della prima squadra. Qualche panchina e un solo scampolo di partita lo costringono a cambiare aria e, a guisa di un pacco postale,viene prontamente spedito altrove, questa volta con destinazione Taranto. Con la finalità, secondo gli intenti di Ermanno Pieroni, di aggiungere altro sale in una minestra già di per sè insipida per quanto ricca d'ingredienti (e la miriade di nomi pregevoli, nonchè inutili sul piano del rendimento, ne dà ampia testimonianza). Lo sbarco nel capoluogo ionico non viene benedetto con i soliti crismi riservati agli idoli del calcio tarantino, bensì salutato con un'apparente freddezza dovuta alle contingenze del momento: una squadra in evidente crisi di risultati, uno spogliatoio trasformato in autentico porto di mare per calciatori in lista di sbarco e di occupazione e un'annosa crisi societaria senza sbocchi. Per Edwards il momento di vestire in rossoblu non è affatto propizio. Solo cinque giorni, necessari e sufficienti per sistemare il guardaroba nella propria camera, e scatta già l'esordio in C1 con la casacca degli ionici. E' il 19 gennaio 2003 e allo Iacovone è di scena il Martina dei miracoli di mister Patania (giunto terzo a fine torneo). La formazione biancazzurra (vincente di misura) avrà per buona parte del match vita facile contro un Taranto al limite delle forze fisiche e morali e palesemente irriconoscibile. Il dominicano, inserito da Brini al 5' della ripresa, non riesce ad incidere, quantunque buona volontà e determinazione non manchino. Un'occasione persa, chissà, ma panchina e tribuna divengono ormai di 'routine' per questo ragazzo tropicale che fino al termine della stagione dovrà lasciare invariato il numero '1' alla casella presenze. Ma la poco gratificante esperienza tra i Due Mari non causerà in alcun modo inappetenza di traguardi; ben presto giungono le prime vere soddisfazioni professionali. Nel 2003-04 diviene punto di forza del Palazzolo (girone A della C2), timbrando ben 28 cartelli contrassegnati de tre reti. Ma non finisce qui: nel giugno 2004, dopo estenuanti trattative tra federazioni, ottiene il tanto agognato 'placet' per rispondere alla chiamata della nazionale maggiore della Repubblica Dominicana con cui esordisce il 13 dello stesso mese contro Trinidad e Tobago. L'audacia e la pazienza vengono in poco tempo premiate. In quella stessa estate firma per il Monza, rimanendoci fino al 2007 (collezionando un bottino di 76 presenze e 12 reti) e le ottime 'performances' con i brianzoli suscitano l'interesse del Crotone. Il passaggio al club pitagorico sancisce una sorte di consacrazione, potendo giocare in B con regolarità. Le ultime due stagioni sono segnate da un campionato vinto a Portogruaro (risulta in effetti uno dei trascinatori della squadra veneta verso la promozione storica) e una retrocessione dalla serie cadetta non di certo dipesa dalle sue prestazioni (un serio infortunio lo ha tenuto a lungo lontano dai campi).

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