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L'amarcord di TST: Salvatore Mazzarano, 'Volevamo a tutti i costi diventare campioni d'Italia'

L'ex difensore del Taranto: 'Con il Tolentino fu una serata fantastica'

30.05.2020 20:15


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DI ALESSIO PETRALLA

Con il Taranto ha vinto il campionato di serie D e lo scudetto Dilettanti nel 1995, l’ex difensore Salvatore Mazzarano che, a Tutto Sport Taranto, si cimenta in quelle grandi emozioni: “Riprendere non sarà proprio facile visto che oggi ci si deve attenere ad alcune regole utili in chiave diritto della salute: bisogna farlo ma con grande cautela. Per quanto riguarda le classifiche è stato saggio e sensato cristallizzarle: vediamo ora quali saranno le decisioni definitive. Il problema sta li. Per quanto riguarda le seri minori è stato un bene fermarle”.

SERIE D/H: “Il Bitonto, anche con merito, si è garantito la promozione in serie C, disputando un campionato sempre in crescendo e mantenendo la leadership per tutto l’anno. I neroverdi avevano dei valori tecnici importanti. Il gruppo H è quello più difficile che mette insieme più caratteristiche”.

IL TARANTO 2020: “Mi dispiace molto per i rossoblù a quale sono legato tantissimo: non meritano questa categoria visto anche il grande seguito della tifoseria. A detta di tutti era tra le più forti ma non sempre le previsioni vengono mantenute”.

TARANTO: “Ho un ricordo stupendo anche perché riuscimmo a vincere sia il campionato che a laurearci campioni d’Italia. Fu un ambo importante che non si realizza spesso. Mi piacerebbe, un giorno, vedere il Taranto non in serie B ma, addirittura, in serie A proprio per quello che rappresenta il blasone: lo “Iacovone” sarebbe uno spettacolo raro da vedere altrove. Lo merita anche perché la città vive momenti particolari: sarebbe una sorta di riscatto sociale”.

MOMENTI IMPORTANTI: “Da difensore con la maglia rossoblù riuscii a segnare due gol in campionato e tre nella pole scudetto. Eravamo condannati a vincere cosa che spesso rende tutto molto più difficile. Quei successi sono dei riconoscimenti che porto dentro con grande orgoglio: è bello vincere nella propria città. Ricordo la società che era molto competente e il supporto di quegli straordinari tifosi che, ad esempio, con il Cerignola, erano 18000. Una vittoria così presuppone grandi competenze sia tecniche che dirigenziali”.

IL GRUPPO: “Eravamo tutti dei bravi ragazzi con qualcuno con cui avevo già giocato: c’era tanta gente di categoria superiore come Maiuri, Cipriani, Caputo, Aruta e De Solda che avevano presenze tra serie A e B. Una rosa prestigiosa guidata dall’emergente Ivo Iaconi che sapeva esaltare al massimo le caratteristiche degli attaccanti. Poi, c’era Vittorio Galigani che curava in modo incredibile ogni sfaccettatura tra squadra, ambiente e staff: non è operazione facile”.

CAMPIONI D’ITALIA: “Con il Tolentino, in casa, giocai solo circa 10’: il tempo di fare gol con uno stacco di testa che mi stirai. Fu una serata fantastica con un pubblico motivato nonostante la già vittoria del campionato: avevamo fame di mettere in bacheca un titolo che nel tempo può restare importante. Una cosa simpatica e carina. Ripagammo il pubblico con una gran prestazione e tanti gol tanto che al ritorno ci andammo a fare una gita. Spero di rivivere questi momenti con una tifoseria che ha diritto di essere osannata: voglio che finiscano di pagare e ritornino nel calcio che conta”.

Si ringraziano: 

 

 

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