LA STORIA DELLE CHIESE DI TARANTO: SAN LORENZO, UN'ISOLA FRANCESCANA IN CITTA'

16.05.2014 12:50


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di Aldo Simonetti

Allorquando viene impresso un vigoroso impulso all’espansione urbanistica, che procede secondo due direttrici (verso nord, in corrispondenza del rione Tamburi, ed est, laddove sono ancora in via di definizione, il già popoloso Solito e l’ Italia), nel corso della seconda metà degli anni Cinquanta, è possibile assistere all’incalzante fenomeno di diffusione dell’edilizia popolare griffata INA-Casa. Proprio in questo contesto, a levante, durante il biennio ’56-’57, è eretto e portato a compimento un complesso di edifici residenziali fiancheggiante viale Venezia - odonimo attribuito all’antica Repubblica Marinara per volere della Marina Militare tarantina, ma un lustro più tardi trasformato in Magna Grecia, in quanto, data la sua caratteristica conformazione, ricalcante grosso modo l’antica cinta muraria- , uno stradone scheletrico e ai margini incorniciato da erbaggi, sterpaglie e, sovente, vigne e alberi di ulivo.

Inaugurato nel febbraio del 1958, alla presenza del Sottosegretario di Stato, Carlo Repossi, il piccolo agglomerato, che consta di oltre 400 appartamenti e una capacità complessiva di duemila abitanti, include botteghe e un centro sociale (sito alle spalle del nuovo tempio). Che, appena dopo la consacrazione civile e religiosa, è adibita a chiesa parrocchiale ed affidata – ‘propter voluntatem’ dell’Arcivescovo- alle cure dei Padri Cappuccini della Provincia di Puglia, con il nome di San Lorenzo da Brindisi, che sancisce il terzo insediamento francescano a Taranto: il primo, situato sulle sponde del Galeso, risale agli anni Trenta del Cinquecento. Una dedicazione oltretutto non casuale: l’instancabile predicatore di origine pugliese, operante a cavallo dei secoli XVI e XVII, è difatti in predicato di ottenere il prestigioso titolo di Dottore della Chiesa; ed è quanto avviene nel 1959.

Poste nelle immediate adiacenze le fondamenta a svariati palazzoni, si rende ben presto urgente l’erezione di un nuovo luogo di culto più ampio, consono ad un’area già in forte sviluppo e ad alta frequentazione (a due passi sorge la ‘trafficata’ Clinica Salus). In questo senso, nel 1963 Guglielmo Motolese punta il suo aspersorio verso il nuovo edificio, costruito in un batter d'occhio, dalle forme sobrie ma con tanto di opere parrocchiali e, successivamente, di convento. Frattanto, nel giro di appena un ventennio di attività, la chiesa, che ricopre un bacino di utenza considerevole per via dell’impressionante incremento demografico nel quartiere, assume le sembianze di un’angusta cappella di periferia. Si giunge al 7 ottobre 1984, quando è posta la prima pietra di un nuovo edificio, rispondente, secondo il progetto di partenza, alle esigenze dei fedeli e ai canoni estetici dei nuovi tempi. Disegnato dall’architetto mottolese Filiberto Lembo, viene ufficialmente aperta al pubblico il 4 marzo dell’ ’89, mediante solenne celebrazione tenuta da Monsignor De Giorgi. La struttura precdentemente in funzione è in seguito convertita in auditorium.

Attuale rettore della parrocchia è Padre Francesco Monticchio, missionario nativo di Campi Salentina.

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